Gianna Emanuela, insieme a tutti i suoi familiari, ringrazia con tutto il cuore il carissimo Leonardo Sellitri, il Parroco Don Cornelio Ibeh e il Gruppo di Preghiera “Amici di Santa Gianna Beretta Molla” in Conversano (Bari), per tutto l’affetto, l’ammirazione e la devozione per la sua Santa Mamma.

Il Santo Rosario meditato con i testi di S. Gianna Beretta Molla


IL SANTO ROSARIO

meditato con i testi di Santa Gianna Beretta Molla


INTRODUZIONE


Gianna Beretta Molla - Madonna col Bambin Gesù - Mesero


Santa Gianna Beretta Molla fu sempre molto devota alla Madonna. Ne sono prova i continui riferimenti che essa fa a Lei negli incontri con le ragazze di Azione Cattolica e nelle lettere al fidanzato e sposo. Valgano alcune brevi citazioni.
Volle prepararsi al matrimonio con Pietro con un triduo di preghiera: lei si sarebbe recata al Santuario dell’Assunta in Magenta, lui, Pietro, in quello della Madonna del Buon Consiglio a Ponte Nuovo. Così, scrisse a Pietro il 4 settembre1955: «La Madonna unirà le nostre preghiere e desideri, e poiché l’unione fa la forza, Gesù non può non ascoltarci e aiutarci».
Nell’estate 1957, mentre attende Mariolina, la secondogenita, scrive al marito: «Grazie, Piero carissimo, delle tue preghiere. La Madonna ti ascolterà e avremo così un altro bel bambino come il nostro caro Pierluigi». Due anni dopo, mentre attende Laura ed è affaticata dalla gravidanza, scrive sempre a Pietro: «Confido nella Madonna e sono certa che anche questa volta mi aiuterà». Infine, nel settembre 1961 dopo l’operazione con cui le è stato asportato il tumore senza compromettere la vita di Gianna Emanuela, come ella stessa aveva chiesto ai medici, dall’Ospedale San Gerardo di Monza scrive ai suoi figli, che si trovano in vacanza, perché non sentano troppo la lontananza della mamma: «Dite un’Ave Maria per me, così la Madonna mi farà guarire presto e potrò tornare a Courmayeur a riabbracciarvi e a stare con voi». Facciamo nostre le parole di Santa Gianna Beretta Molla e poniamoci anche noi in preghiera con Maria, davanti a lei, come figli e fratelli. Affidandoci alla sua protezione, potremo chiedere a lei di aiutarci a dire anche noi il nostro “sì” al Signore Gesù, con lo stesso entusiasmo che ebbe lei, con lo stesso entusiasmo che ebbe santa Gianna.


Don Ennio Apeciti

Ufficio Cause dei Santi – Diocesi di Milano



MISTERI GAUDIOSI


1° mistero
L’Annunciazione del Signore a Maria Santissima

Dal Vangelo secondo Luca (Lc. 1, 34-35.37-38)
Allora Maria disse all’Angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’Angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo.
Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.

Dalla lettera al fidanzato dell’ 11 marzo 1955
Il Signore proprio mi ha voluto bene. Tu sei l’uomo che desideravo incontrare, ma non ti nego che più volte mi chiedo: “sarò io degna di lui?”. Sì, di te, Pietro, perché mi sento proprio un nulla, così capace di niente che pur desiderando grandemente di farti felice, temo di non riuscirvi. E allora prego così il Signore: “Signore, tu che vedi i miei sentimenti e la mia buona volontà, rimediaci tu ed
aiutami e aiutami a diventare una sposa e una madre come Tu vuoi e penso che anche Pietro lo desidera”.

2° mistero
La Visitazione di Maria Santissima a S. Elisabetta

Dal Vangelo secondo Luca (Lc. 1, 39.41.45)
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria esclamò a gran voce: «Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore».

Da una Conferenza alle Aspiranti dell’Azione Cattolica (1946-1948)
Ci lamentiamo spesso che Dio è lontano, mentre è vicinissimo, è in ciascuno dei nostri fratelli. “Essi sono altrettanti me stesso”, dice nostro Signore.
“Quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l’avete fatto a me”. Fabiola lavava le piaghe immonde dei poveri, vincendo ogni disgusto, perché nelle loro piaghe sapeva bene che medicava quelle del Salvatore. E come Fabiola tante altre sante. Ogni cristiano è un altro Cristo. I nostri fratelli sono un esercito immenso di altrettanti Cristo. Noi dobbiamo amarli in Dio e amare Dio in loro. Bisogna che sulla nostra carità vi sia una goccia calda del nostro sangue.

3° mistero
Gesù nasce nella grotta di Betlemme

Dal Vangelo secondo Luca (Lc. 2, 8-11)
In quel tempo c’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi è nato per voi nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore».

Dall’adunanza del Cenacolo “Aspiranti Azione Cattolica” del 12 dicembre 1946
Incarnarsi, che cosa vuol dire? Vuol dire rendere la verità visibile nella propria persona, rendere la verità amabile, offrendo in se stessi un esempio attraente e se possibile eroico. L’uomo che ha sempre bisogno di vedere, di palpare, di sentire, non si lascia facilmente conquistare da una parola. Il dire soltanto non trascina, il far vedere sì. Se Gesù avesse fatto il suo invito alla pratica della povertà soltanto con il suo discorso della montagna «Beati i poveri…» pochi avrebbero cercato la felicità nella povertà. Ma egli nacque povero, visse povero e morì povero, così il suo esempio attirò a sé Francesco d’Assisi e tutta quella schiera di anime che volle seguirlo nella povertà. […] Incarnarsi vuol dire rendere la verità visibile nella nostra persona, cioè manifestare attraverso la vostra umanità Gesù Cristo e la bellezza della vita secondo il Vangelo. Dobbiamo essere i testimoni viventi della grandezza e della bellezza del cristianesimo.

4° mistero
La Presentazione di Gesù al Tempio e la Purificazione di Maria Santissima

Dal Vangelo secondo Luca (Lc. 2, 22 – 23. 25. 34 – 35 )
Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore;
Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima".


Dagli appunti per la Conferenza di S. Vincenzo de’ Paoli
(1947-1948)
Una madre o una sposa che porta nel cuore le sette spade dei dolori morali a cui aggiunge la croce di una salute debole o della miseria, in una famiglia numerosa, oh, questa donna è una martire, una santa, senz’altro cilicio, se sa amare come può amare! […] «Amiamo la Croce» e ricordiamoci che non siamo sole, a portarla, ma c’è Gesù che ci aiuta e in Lui, che ci conforta, come dice san Paolo, tutto possiamo.

5° mistero
Il Ritrovamento di Gesù fra i Dottori del Tempio

Dal Vangelo secondo Luca (Lc. 2, 41-43.46)
I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni vi salirono di nuovo secondo l’usanza, ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava.

Dall’adunanza del Cenacolo “Aspiranti Azione Cattolica” del 23 febbraio 1946
Si dice che il lavoro è preghiera. Chi lavora prega: perché? In che modo? Il lavoro è preghiera quando noi offriamo al Signore le nostre azioni, che stiamo per compiere, affinché esse servano alla sua gloria. San Paolo: «Qualunque cosa diciate o facciate, fate tutto nel nome del Signore Gesù Cristo, rendendo per lui grazie a Dio Padre. Sia che mangiate o beviate o facciate qualsiasi altra
cosa, tutto fate a gloria di Dio». L’intenzione iniziale al mattino, è come l’indirizzo che poniamo sulla lettera: essa continuerà a camminare verso Dio, anche se noi non ci pensiamo più. Se poi questa intenzione la ripetiamo sovente durante la giornata, la nostra preghiera diventa ancor più continua e il pensiero soave di Dio che ci sta soccorrendo mentre lavoriamo sotto il suo sguardo, non ci abbandona
più.


MISTERI LUMINOSI


1° mistero
Il Battesimo di Gesù nel fiume Giordano

Dal Vangelo secondo Luca (Lc. 3, 21-22)
Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto».

Dall’adunanza del Cenacolo “Aspiranti Azione Cattolica” del 18 novembre 1946
Non dobbiamo nell’apostolato mettere noi al primo posto, proclamare noi stesse, ma dobbiamo invece scomparire e dare sempre il primo posto a Gesù Cristo. Guardate S. Giovanni Battista. I Farisei accorrono da Lui per domandargli se è il Messia, ma egli risponde: «No, non lo sono; io non sono neppure degno di sciogliergli i legacci dei sandali dei sandali, poi guardate, ecco il Messia» ed accenna ad una persona avvolta in un mantello che si avanza. E, notate, manda a Lui i suoi stessi uditori e i suoi fedeli e dice: «Bisogna che Egli, il Cristo cresca ed io diminuisca»! Quale umiltà, quale disinteresse!

2° mistero
Gesù muta l’acqua in vino alle nozze di Cana

Dal vangelo secondo Giovanni (Gv. 2, 1-5)
In quel tempo ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che vuoi da me, Donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».

Dalla lettera al fidanzato del 4 settembre 1955
Quando penso al nostro grande amore reciproco, non faccio che ringraziare il Signore. È proprio vero che l’amore è il sentimento più bello che il Signore ha
posto nell’animo degli uomini. E noi ci vorremo sempre bene – come ora, Pietro. Pietro, vorrei poterti dire tutto ciò che sento e ho nel cuore, ma non sono capace, e tu che ormai bene conosci i miei sentimenti, sappimi leggere ugualmente. Pietro carissimo, sono certa che mi renderai sempre felice come lo sono ora e che il Signore esaudirà le tue preghiere, perché chieste da un cuore che Lo ha sempre amato e servito santamente... Così con l’aiuto e la benedizione di Dio faremo di tutto perché la nostra nuova famiglia abbia ad essere un piccolo cenacolo, ove Gesù regni sopra tutti i nostri affetti, desideri ed azioni. Pietro mio, mancano pochi giorni e mi sento tanto commossa ad
accostarmi a ricevere il Sacramento dell’Amore. Diventiamo collaboratori di Dio nella creazione, possiamo così dare a Lui dei figli che Lo amino e Lo servano. Pietro, sarò capace di essere la sposa e la mamma che tu hai sempre desiderato? Lo voglio proprio, perché tu lo meriti e perché ti voglio tanto bene.

3° mistero
Gesù annuncia il Regno dei Cieli

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt. 5, 1-5)
Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: «Beati, i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra».

Da una Conferenza alle Aspiranti dell’Azione Cattolica (1946-1948)
Gesù nell’ultima cena ha detto: «Da questo vi conosceranno che siete miei discepoli: se vi amerete scambievolmente». San Vincenzo de’ Paoli diceva che “Il cristiano senza la carità è un cristiano dipinto, non un cristiano reale.”
Quindi, care amiche, alla conquista della regina delle virtù; sarà un lavoro dentro di noi e intorno a noi; nessuno deve dormire. E dovrà essere una continua gara che consisterà in aiuto reciproco. Perché amare il prossimo? Perché il prossimo è Gesù Cristo.

4° mistero
La Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor

Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 9, 2-5)
Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù. Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello
per noi stare qui».

Dall’adunanza del Cenacolo “Aspiranti Azione Cattolica” dell’ 11 novembre 1946
Leggendo il Vangelo vediamo quanto fu sempre grande il desiderio di Gesù di essere accanto agli apostoli. «Ne scelse dodici dice il Vangelo, perché fossero sempre con sé» e allo stesso modo gli apostoli desideravano stare il più continuamente possibile accanto al maestro. Anche ora Gesù desidera ardentemente rimanere coi suoi apostoli, che siamo noi, e noi desideriamo stare con Lui? Non ci dovrebbe essere mai nessuna giornata della vita di un apostolo che non comprenda un tempo determinato per un po’ di raccoglimento ai piedi di Dio.

5° mistero
Gesù istituisce la Santissima Eucaristia

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt. 26, 26-28)
Mentre mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo: «Prendete e mangiate, questo è il mio corpo». Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza versato per molti in remissione dei peccati».

Dall’adunanza del Cenacolo “Aspiranti Azione Cattolica” del 16 febbraio 1946
Il nostro gruppetto si chiama Cenacolo, perché voi sapete che Gesù, prima della sua passione e morte raccolse i suoi discepoli nel cenacolo e vi istituì la S.S. Eucaristia. Dopo la sua Ascensione, nel giorno della Pentecoste, mentre gli apostoli con la Madonna stavano pregando ancora nel cenacolo, discese lo Spirito Santo su di essi. Più tardi ancora, sempre nel Cenacolo, ove gli apostoli
si trovavano a pregare, apparve Gesù. Cenacolo, luogo di preghiera, luogo in cui ci dobbiamo formare, per diventare delle apostole, dei veri seguaci di Gesù. Insieme, con l’aiuto di Gesù e della Mamma celeste, impareremo ad amare veramente Dio e amare i nostri fratelli.


MISTERI DOLOROSI


1° mistero
L’Agonia di Gesù nell’Orto degli Ulivi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc. 22, 39-42)
Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice. Tuttavia, non sia fatta la mia, ma la tua volontà».

Da una Conferenza alle Aspiranti dell’Azione Cattolica (1946-1948)
Voi sapete che i cristiani vivono in grazia di Dio, formano un’unità, un unico corpo di cui Cristo è il capo e i cristiani le membra. E come Gesù Cristo il nostro capo, ha tutto dato morendo sulla croce, perché tutti fossero vivi della vita divina, così noi dobbiamo con Cristo lavorare e salvare le anime. Tanto più l’apostolo è vicino a Dio, il più prossimo al suo cuore, tanto meglio saprà lavorare e fare del bene alle anime. Ora poiché l’unione con Dio è frutto del raccoglimento, dello spirito di preghiera, quale deve essere la vita di preghiera dell’apostolo? Anche qui come sempre, il modello è nostro Signore.



2° mistero
Gesù è flagellato alla colonna

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv. 19, 1-3)
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora, quindi gli venivano davanti e gli dicevano: «Salve, re dei Giudei». E gli davano schiaffi.

Dalle confidenze fatte alla sorella Suor Virginia negli ultimi giorni di vita
Si vorrebbe sempre star bene, fuggire il dolore, godere... Per la salvezza delle anime non basta la preghiera, la parola, occorre unire qualcosa di nostro, qualche goccia del nostro sangue, un po’ di noi stessi. Gesù sia il nostro modello. Portare con gioia ogni giorno la croce che Gesù ci manda, con gioia.

3° mistero
Gesù è incoronato di spine

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt. 27, 27-30)
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi, mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: «Salve, re dei Giudei». E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo.

Dall’adunanza del Cenacolo “Aspiranti Azione Cattolica” del 30 dicembre 1946
Terzo punto della regola dell’apostolo che segue le orme di Gesù: Passus est, cioè soffrire. Le anime si acquistano con l’esempio, con la parola, ma soprattutto con il sacrificio. È ingenuo pensare che si lavorerà all’avanzamento del Regno di Dio senza incontrare resistenza. Pensiamo ai tormenti che dovettero subire gli apostoli e i primi martiri, per avere osato predicare il Vangelo. Pretendere di essere apostoli e non partecipare poi al sacrificio del Salvatore del mondo è pura immaginazione e illusione. Quindi noi lavoriamo sempre con generosità, umiltà, non pretendiamo di vedere subito i
frutti del nostro lavoro. Quello che conta è lavorare, non dormire. Salvare il mondo non è mai stata un’opera facile né per il figlio di Dio né per gli apostoli.

4° mistero
Gesù porta la Croce al Calvario

Dal Vangelo secondo Luca (Lc. 23, 26-28)
Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltatosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e suoi vostri figli».

Dagli appunti per la Conferenza di S. Vincenzo de’ Paoli (1947-1948)
«Se qualcuno vuol essere mio discepolo, prenda la sua croce e mi segua». Amore e sacrificio sono così intimamente legati quanto il sole e la luce. Non si può amare senza soffrire e soffrire senza amare. Guardate alle mamme che veramente amano i loro figlioli; quanto sacrifici fanno. A tutto sono pronte, anche a dare il proprio sangue perché i loro bambini crescano buoni, sani, robusti!
E Gesù non è forse morto in croce per noi, per amore nostro?! È col sangue del sacrificio che si afferma e si conferma l’amore.



5° mistero
Gesù muore sulla Croce

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv. 19, 25-30)
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete». E, dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto». E, chinato il capo spirò.

Da una Conferenza alle Aspiranti dell’Azione Cattolica (1946-1948)
Qual è stata la preoccupazione di Gesù sulla croce? Perdonare ed ottenere il perdono anche dall’Eterno Padre per i disgraziati che lo insultavano e lo uccidevano. Siamo soliti noi a perdonare? Diciamo nel Pater «rimetti a noi i nostri debiti» (perdonaci le offese che ti rechiamo) come «noi rimettiamo a nostri debitori» (come noi perdoniamo agli altri). Fortunatamente il Signore è
infinitamente misericordioso. Guai se ci prendesse in parola! Perdoniamo,
perdoniamo sempre e a tutti. […] Gesù per la salvezza nostra si è sacrificato sulla Croce, ha donato se stesso. Siamo anche noi generose. Quando Gesù bussa alla porta del mio cuore, per chiederci un sacrificio, apriamogli sempre ed accogliamolo con gioia. «Servite Domino in laetitia» ci insegna la Sacra Scrittura.E che cos’è che aiuta la letizia? La comprensione reciproca e l’affezione vicendevole. Vogliamoci, dunque, bene.


MISTERI GLORIOSI


1° mistero
Gesù risorge da morte

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv. 20, 16-18)
Gesù le disse: «Maria!». Ella, allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbuni!», che significa: Maestro! E Gesù le disse: «Non stare qui a trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». Maria di Magdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche
ciò che le aveva detto.

Dal quaderno degli appunti degli Esercizi Spirituali del 1938 (16-18 marzo 1938)
Sorridere a Dio, da cui ci viene ogni dono.
Sorridere al Padre con le preghiere più perfette,allo Spirito Santo.
Sorridere a Gesù, accostandoci alla S. Messa, alla Comunione, alla Visita.
Sorridere a colui che impersona il Cristo, al Papa.
Sorridere a colui che personifica Dio, il confessore, anche quando ci chiama a tagli netti.
Sorridere alla Vergine Santa, esempio al quale dobbiamo conformare la nostra vita, sicché chi guarda a noi possa essere portato a pensieri santi.
Sorridere al nostro angelo custode, perché ci fu dato da Dio per guidarci in Paradiso.
Sorridere ai genitori, fratelli, sorelle, perché dobbiamo essere fiaccole di gioia, anche quando ci impongono doveri che vanno contro la nostra superbia.
Sorridere sempre, perdonando le offese.
Sorridere in Associazione, bandendo ogni critica e mormorazione.
Sorridere a tutti quelli che il Signore ci manda durante la giornata.
Il mondo cerca la gioia ma non la trova, perché lontano da Dio. Noi, che abbiamo compreso che la gioia viene da Gesù, con Gesù nel cuore portiamo la gioia. Egli sarà la forza che ci aiuta.

2° mistero
L’Ascensione di Gesù al cielo

Dagli Atti degli Apostoli (At. 1, 8-11)
Disse loro Gesù: «Avrete forza dallo Spirito Santo, che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra». Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché stavano fissando il cielo,mentre gli se ne andava, due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state qui a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».

Dall’adunanza del Cenacolo “Aspiranti Azione Cattolica” del 23 febbraio 1946
Riflettete un momento questa grande verità che Gesù ci ha lasciato. Il Cristiano in grazia è alter Christus. È un tabernacolo, un ostensorio, un tempio. «Se rimanete in me – disse Gesù – il Padre e io verremo a fare la nostra dimora in voi». E san Paolo: « Cristo è il capo, noi le membra». Se veramente avessimo sempre presente questa grande verità, nulla noi faremmo che possa far dispiacere a Gesù, che è in noi. E se in tutti coloro che ci circondano noi vedessimo sempre un alter Christus, come sarebbe bella la vita – niente odio, invidia, rancore – ma amore, carità, gioia piena.

3° mistero
La Discesa dello Spirito Santo sopra Maria Santissima e gli Apostoli

Dagli Atti degli Apostoli (At. 2, 1-4)
Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovarono tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la cosa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro di esprimersi.

Da una conferenza alle socie della Gioventù femminile dell’ Azione Cattolica(1946-1949)
Carissime, siamo apostole. Se vogliamo che il nostro apostolato non sia vano, bensì efficace, c’è un unico mezzo infallibile: la preghiera. «In verità in verità vi dico: se domanderete al Padre qualche cosa nel mio nome, ve lo darà. Domandate e riceverete». Dobbiamo essere anime di preghiera, anche se tutto attorno durante la giornata ci distoglie da essa.

4° mistero
L’Assunzione di Maria Santissima al cielo

Dal Vangelo secondo Luca (Lc. 1, 46-49)
In quel tempo Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore, poiché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome».

Dal quaderno degli appunti degli Esercizi Spirituali del 1938 (16-18 marzo 1938)
Paradiso. Non ci possiamo immaginare quanto bello, grande esso sia. In Paradiso non si soffrirà più; non avremo più persone antipatiche, nemiche; godremo immensamente. Su questa terra siamo tutti contenti quando entra in noi una piccola parte di gioia. In Paradiso, invece, la gioia ci circonderà, ci troveremo in un mondo di pace, di gioia e di consolazione. […] Proposito: pregare il Signore di farmi andare in Paradiso. […] Così pregherò e con l’aiuto di Dio entrerò nel Regno dei cieli con tutti i santi e le altre anime sante.



5° mistero
L’Incoronazione di Maria Santissima Regina del cielo e della terra

Dall’Apocalisse di S. Giovanni Apostolo (Ap. 11, 19 -12, 1)
Si aprì il santuario di Dio nel cielo e apparve nel santuario l’Arca dell’Alleanza.
Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi
e sul suo capo una corona di dodici stelle.

Dalla lettera al fidanzato del 1° luglio 1955
Pensa, Pietro, al nostro nido, riscaldato dal nostro affetto e rallegrato dai bei popi, che il Signore ci manderà! È vero, ci saranno anche dei dolori ma, se ci vorremo sempre bene come ce ne vogliamo ora, con l’aiuto di Dio sapremo insieme sopportarli. Ti pare? Ora però godiamo della gioia di amarci, perché a me hanno sempre insegnato che il segreto della felicità è di vivere momento per momento, e di ringraziare il Signore di tutto ciò che Egli nella bontà ci manda giorno per giorno.
Perciò in alto i cuori e viviamo felici!

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